CANNES 1939, IL GOBBO DI NOTRE-DAME E IL FESTIVAL, TRAVOLTO DALLA GUERRA MONDIALE

CANNES 1939, IL GOBBO DI NOTRE-DAME E IL FESTIVAL, TRAVOLTO DALLA GUERRA MONDIALE

luglio 2, 2022 0 Di Cinema in viaggio

La 75° edizione del Festival di Cannes si è conclusa di recente lasciando un buon ricordo per il cinema italiano, celebrato con il Premio della giuria per il film Le otto montagne, tratto dal libro di Paolo Cognetti. Una manifestazione che è tornata a respirare un aura di normalità, dopo l’edizione annullata nel 2020 e quella dominata dalle restrizioni dell’anno scorso.

L’evento storico della località francese, racchiude da sempre le eterne emozioni della settima arte. E la nascita della gloriosa manifestazione coincide con un altro periodo storico complicato, quello che precede l’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Come nel 2020, il primissimo Festival del 1939 venne prontamente annullato per l’escalation del conflitto partito dall’invasione della Polonia da parte della Germania Nazista. Furono i primi istanti dedicati al cinema, di uno dei 3 Festival più importati d’Europa; momenti di passione bruscamente interrotti dall’orrore della guerra nel vecchio continente.

 

CANNES 1939: LA PRIMA EDIZIONE CHE NON C’E’ MAI STATA

Il Festival di Cannes nasce nel 1938 con l’iniziativa di Jean Zay, Ministro Francese dell’Educazione Nazionale di quegli anni. L’idea era partita dalle proposte di numerosi artisti e registi del luogo, che volevano dare lustro al territorio transalpino con un grande evento dedicato al cinema. La manifestazione si poneva soprattutto in contrasto con il festival cinematografico di Venezia, fortemente influenzato dall’amministrazione dei fascisti e dei nazisti. I francesi, insieme ai britannici e agli americani, volevano un festival libero e privo di qualsiasi propaganda nazionale. Così la “Coppa Mussolini” di Venezia veniva sfidata dalla “Coupe Lumiére” della manifestazione francese; il cui premio più importante, prendeva il nome dal presidente onorario Louis Lumiére.

La scelta della location ricadde sulla lussureggiante Cannes, selezionata per gli splendidi paesaggi della Costa Azzurra e per l’importante contributo finanziario promesso dal comune francese. La comunicazione del presidente del Festival Jean Zay verteva principalmente sullo spirito di imparzialità della giuria internazionale. Il ministro francese inoltre smentì la volontà di andare contro la manifestazione di Venezia, nonostante Cannes rivendicasse chiaramente i principi di uguaglianza assenti nell’evento di Mussolini. Il Festival doveva svolgersi nel periodo che andava dall’1 fino al 20 settembre 1939. Jean Zay aveva già annunciato i punti salienti del programma organizzato, come la cena d’inaugurazione, le “Dinner d’ Élégance” presso Palm Beach o la “Notte del Cinema” presso il Casino  de Juan les Pins.

La località marittima si preparava a ospitare attori famosi in tutto il globo terrestre, come Tyrone Power, Gary Cooper, Douglas Fairbanks e Norma Shearer. Le celebrità provenienti da Hollywood arrivarono alla Croisette di Cannes con un transatlantico, noleggiato dalla Metro-Goldwin-Mayer. Tra i film in gara spiccavano Il Mago di Oz, Pacific Express e The Law of the North.

L’atmosfera di festa dei giorni precedenti l’inaugurazione, venne stravolta il 23 agosto dalla notizia del Patto Molotov-Ribbentrop , tra Germania e URSS. Sembrava l’inizio di una lenta escalation verso una contrapposizione militare tra i blocchi territoriali, in cui era diviso il mondo. La città di Cannes cominciò a svuotarsi e il 27 agosto ci fu la cancellazione ufficiale del Festival. Proprio l’1 settembre, giorno in cui era stata programmata l’inaugurazione dell’evento, le truppe tedesche invasero la Polonia, facendo scoppiare la Seconda Guerra Mondiale. Tra gli spaventosi silenzi che precedevano l’orrore del conflitto internazionale, il 31 agosto a Cannes ci fu l’unica proiezione del Festival. Il film americano Il Gobbo di Notre-Dame, del regista William Dieterle, venne trasmesso durante una serata di gala privata. Era il solo frammento di Cinema presente nella primissima edizione di Cannes; una minuscola traccia della settima arte nel clima tenebroso di una tempesta bellica che avrebbe dominato la scena mondiale per sei lunghi anni.

 

IL GOBBO DI NOTRE-DAME: LA SOFFERENZA DI CHI NON AVEVA MAI AMATO

Il “Festival fantasma” del 1939 ha come simbolo la pellicola tratta dal celebre romanzo di Victor Hugo del 1831. Una riproduzione americana della storia scritta dal poeta romantico, ambientata in Francia alla fine del 15° secolo. Nel film di Dieterle i protagonisti Quasimodo e Esmeralda sono interpretati da Charles Laughton e Maureen O’Hara.

La trasposizione cinematografica presenta i temi principali sviluppati nell’opera di Hugo, come la questione relativa al progresso tecnologico. Nella prima scena il Re Luigi XI si ritrova a discutere della recente invenzione di Gutenberg, la macchina per stampare. In contrasto con la sua posizione, gli interlocutori del sovrano sono scettici e impauriti di fronte al nuovo strumento. Nel film troviamo anche altri momenti di dibattito su tematiche scientifiche, come quella relativa alla forma del globo terrestre, dominante in quel periodo storico.

La città di Parigi viene presentata in un’atmosfera di festa ed entusiasmo, la stessa che avrebbe dovuto travolgere Cannes nei venti giorni del Festival. Il conflitto interno tra gli abitanti autoctoni e gli zingari locali è un altro tema principale. Nella prima parte del film c’è il primo incrocio di sguardi tra Esmeralda e Quasimodo, appartenenti alle due classi sociali opposte. Quest’ultimo ha abbandonato il suo rifugio nella Chiesa di Notre-Dame per partecipare alle festività in città. L’aspetto estetico ripugnante di Quasimodo suscita le risate del popolo parigino, impaurito ma anche divertito dall’immagine del Gobbo.

La trama ruota attorno al sentimento d’amore provocato dalla bellezza incantevole della zingara Esmeralda. Nonostante i numerosi pregiudizi sui suoi presunti poteri da strega, la donna conquista il cuore del poeta Gringoire, dell’arcidiacono Frollo e di Quasimodo. Gli intrecci romantici portano i protagonisti a compiere gesti folli per conquistare Esmeralda, come l’omicidio da parte di Frollo del capitano Phoebus, di cui la donna si era innamorata. Per l’assassinio le accuse ricadono però proprio su Esmeralda, soprattutto grazie all’abile manovra dell’arcidiacono Frollo, convinto di dover eliminare la donna che lo aveva portato a peccare.

Quasimodo riesce a salvare Esmeralda e a portarla nella chiesa di Notre-Dame per proteggerla. Davanti alla bellezza della donna, il Gobbo si lascia andare ad un pianto disperato per il proprio aspetto ripugnante. “Non sono né uomo né bestia” le parole di sofferenza di Quasimodo. La donna cerca di consolarlo, ma nel frattempo una folta schiera di zingari ha iniziato a battagliare davanti alla Cattedrale, tutti convinti che la donna sia in pericolo. Quasimodo è costretto a reagire con la forza scagliando massi sui mendicanti. Intanto però il libello del poeta Gringoire, presentato al Re Luigi XI, ha riportato un successo importante, che concede a Esmeralda la grazia del sovrano.

La donna abbandona il rifugio del suo protettore e raggiunge sprizzante di gioia l’innamorato Gringoire. La scena avviene sotto gli occhi attenti e delusi di Quasimodo, che si rivolge ad una statua nelle vicinanze dicendo: “Ma perché non sono fatto di pietra come te?!”. Una domanda che racchiude il dolore del Gobbo di Notre-Dame, per la prima volta travolto dal folle e complesso sentimento d’amore.

Pietro Amendola