Da Chicago a Bologna – Il Duse riscopre la magia del musical

Da Chicago a Bologna – Il Duse riscopre la magia del musical

maggio 24, 2019 0 Di Andrea Pedrazzi

Dopo il decennale successo nei teatri di Broadway e West End e la conseguente esplosione sugli schermi cinematografici di tutto il mondo, Chicago arriva al teatro Duse di Bologna in una versione inedita nelle serate del 24 e 25 maggio alle ore 21.00 e nel pomeriggio del 26 maggio alle ore 16.00.

La versione originale venne portata in scena per la prima volta a New York nel 1975. Le partiture erano quelle del celebre duo Kander&Ebb, mentre la regia venne affidata al versatile Bob Fosse, al quale solamente due anni prima era stato assegnato il Premio Oscar per il capolavoro cinematografico Cabaret. Con la presenza di Gwen Verdon e Chita Rivera nelle vesti delle protagoniste il musical ottenne un ottimo successo di critica, culminato con undici nomination ai Tony Awards.
L’opera, ambientata nella Chicago dei Ruggenti Anni ’20, rappresenta una torbida vicenda in cui il brillante avvocato Flynn tenta di scagionare la ballerina Roxie Hart, colpevole di aver assassinato l’amante Fred Casely dopo il suo tradimento. Flynn imbastisce un caso mediatico attorno alla figura di Roxie, al fine di dipingerla agli occhi dell’opinione pubblica come una povera sventurata, pentita profondamente dell’omicidio. In poco tempo Roxie e l’amica/rivale Velma, anch’essa in carcere con un’analoga accusa, diventeranno degli osannati personaggi pubblici, sfruttando la ribalta della cronaca per una brillante carriera.
Nonostante il grande richiamo dei nomi coinvolti e l’apprezzamento istituzionale, l’ironico cinismo che contraddistingue l’opera non le permise di incontrare i favori del pubblico dell’epoca, riscontrando solamente un modesto successo. La consacrazione di questo fenomeno avvenne grazie al suo revival del 1996, il quale divenne lo spettacolo americano con il maggior numero di repliche tra New York e Londra.

La locandina del film di Rob Marshall

Un trionfo che venne presto affiancato dal successo dell’adattamento cinematografico, con la scintillante trasposizione di Rob Marshall datata 2002. Marshall si ispirò ad entrambe le versioni teatrali e diede vita ad film patinato e tragicamente cupo allo stesso tempo. Una produzione ricca di nomi di forte peso all’interno del contesto hollywoodiano dei primi anni 2000, dal già affermato Richard Gere, alle giovani stelle in ascesa Reneè Zellweger e Catherine Zeta Jones. Il consenso fu straripante su ogni fronte: oltre 300 milioni di dollari incassati a livello mondiale, di cui ben 170 su suolo nordamericano, ben 13 nomination alla settantacinquesima edizione degli Academy Awards in cui conquistò 6 statuette, tra cui quella per il miglior film.

Un’onda crescente di popolarità che viene oggi incanalata in una nuova versione teatrale, che vedrà il buio della sala al Teatro Duse . Chicago è il secondo appuntamento della VII edizione della rassegna A Summer Festival, organizzata dalla Bernstein School of Musica Theater. La regia di questo nuovo adattamento è curata da Saverio Marconi, mentre la direzione musicale è stata affidata a Shawna Farrel e le coreografie portano la firma di Gillian Bruce, per un’opera che promette di riproporre in Italia questo show in una versione situata a metà strada fra la ricchezza del film e l’essenzialità del musical.

L’intento principale dichiarato dagli autori è quello di riportare sul palcoscenico il sapore delle forti emozioni che si alternano in questo spettacolo dove omicidio, crimine e sesso convivono con lo humour del Vaudeville.  Un’opera che alterna momenti esilaranti ad esternazioni di denuncia sociale, attraverso una satira in cui la giustizia viene ridicolizzata, descritta come una farsa secondo la quale anche l’omicidio può diventare una forma di intrattenimento.
Altro aspetto fondamentale di questa versione è il legame con la città in cui si svolgono le vicende, in questo caso riprodotta meticolosamente attraverso la colonna sonora. Fin dal primo brano, All that jazz, viene evocato l’ambiente dei locali notturni e del proibizionismo che contraddistingueva la Chicago degli anni ‘20, i quali immergono lo spettatore nelle atmosfere generate della musica di quel periodo (jazz, blues e ragtime,) nonostante la scelta registica non rimandi ad un’epoca ben definita.

Scena tratta dalla versione originale del 1975

Nel musical si susseguono differenti tipologie di brani, da quelli in puro stile jazz a alle musiche dei contesti circensi, fino all’aria d’opera, mentre le coreografie rispecchiano la varietà di questi stili sonori – a cui Gillian Bruce ha aggiunto due numeri di tip tap – che descrivono anche le sfaccettature dei vari personaggi e spiegano il significato più profondo della storia. Lo spettacolo è accompagnato da un’orchestra dal vivo diretta da Maria Galantino con strumenti (tra cui pianoforte, tromba, clarinetto, sassofono e violino) che rimandano alle sonorità dell’epoca.

Chicago vede coinvolti gli allievi del secondo e terzo anno del Corso Accademico della Bernstein School of Musical Theater, in un evento che promette nostalgia e modernità, riflessione e sano divertimento, alla riscoperta della magia del musical.

 

Andrea Pedrazzi