Ti ricordi il musicarello? Gianni Morandi e il cinema italiano

Ti ricordi il musicarello? Gianni Morandi e il cinema italiano

giugno 3, 2019 0 Di Bianca Ferrari

Certe figure hanno attraversato la cultura popolare italiana in modo trasversale, passando fluidamente dalla musica al cinema, dalla radio alla televisione, lasciando dietro di sè testimonianze di un certo periodo storico, delle le sue mode, i suoi gusti, i suoi valori.

Gianni Morandi è una di queste figure. Dagli esordi come simbolo della gioventù del dopoguerra, la generazione del jukebox, dei motorini e delle nuove possibilità economiche, con pezzi rock-beat come Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte (1962), Morandi ha segnato l’evolversi dell’immaginario di una generazione, passando dai motivi estivi sentimentali come In ginocchio da te (1964), che ha ispirato l’omonimo film di Ettore Maria Fizzarotti, ai canti di rivolta di fine Sessanta con C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones (1966) e Un Mondo d’amore (1967), arrivando alla storica collaborazione e amicizia con Lucio Dalla e, negli ultimi anni, al tour con Claudio Baglioni.

Forse in pochi però ricordano che Morandi è apparso anche in alcuni film, merito in primis di quel volto pulito che rendeva facile l’identificazione dello spettatore. Le sue apparizioni sono state soprattutto nei cosiddetti musicarelli, film legati a un successo discografico o ad un interprete della musica leggera di fama popolare realizzati in modo quasi istantaneo e fortemente legati a un tormentone o ad una icona del tempo. Un genere cinematografico la cui fortuna è stata circoscritta a un breve lasso di tempo, ovvero il periodo dalla fine degli anni Cinquanta all’inizio dei Settanta, culminando attorno al ’68, e i cui modelli di riferimento andavano dalla sceneggiata sentimentale partenopea, al filone dei film anni Cinquanta basati sul titolo di una canzone di successo o sulla presenza di un cantante, passando per il film-rivista con ragazze e cantanti e le commedie turistiche con intrecci sentimentali, canzoni e località famose.

Tra i registi che si sono cimentati nel musicarello, oltre a Ettore Maria Fizzarotti, con cui Morandi ha più volte collaborato, ci sono stati anche registi come Lucio Fulci, la cui produzione sarebbe poi stata incentrata sul genere horror, e Lina Wertmüller, la regista italiana che nel 1975 con Pasqualino Settebellezze diventerà la prima donna a essere candidata al premio Oscar come miglior regista.

Dopo l’esordio nel film di Fizzarotti In ginocchio da te (1964), Morandi compare in diverse pellicole musicali del regista dove è sempre il protagonista e dove è interprete di tutte le canzoni, tratte da suoi album, spesso scritte da Franco Migliacci: Non son degno di te (1965) con Laura Efrikian (sequel del primo), Se non avessi più te (1965), Mi vedrai tornare (1966) con Elisabetta Wu, tutti film in cui Morandi interpreta più o meno lo stesso personaggio di ragazzo diviso tra amore, servizio militare e passione per la musica.

In seguito recita in Per amore… per magia (1967) di Duccio Tessari, tratto dall’omonimo album di canzoni, commedia musicale in cui Morandi interpreta Aladino al fianco della grande Mina (che aveva già recitato in tredici film) che è la Maga Aichesiade. Il dietro le quinte di questo film è stato ripreso da un servizio Rai davvero curioso:

Altri musicarelli in cui appare sono Chimera (1968), ultimo per Fizzarotti, di nuovo al fianco di Laura Efrikian, e Faccia da schiaffi (1969) di Armando Crispino, ex critico de L’Unità.

Con la fine dell’ondata del musicarello però Morandi non smette di essere richiesto al cinema: con il grande regista della commedia all’italiana Pietro Germi (regista di Divorzio all’Italiana) recita infatti in Le castagne sono buone (1970), con Stefania Casini: nella pellicola Morandi è un regista donnaiolo che si innamora del personaggio della Casini, ragazza che crede nei valori semplici e che cerca di mettere la testa a posto all’uomo.

Seguono a questo tre commedie nei Settanta: Il provinciale (1971), La cosa buffa (1972) e Società a responsabilità molto limitata (1973), con cui chiude la grande parentesi recitativa di quegli anni.

Senza legarsi mai troppo a uno stereotipo, Morandi ha percorso una fase del cinema italiano, riuscendo ad aggiornare la sua immagine senza rimanere aggrappato a vecchie glorie. Un tratto distintivo di Morandi, che durante la sua lunga carriera musicale è stato ogni volta capace di aggiornarsi, di non adagiarsi sui successi passati ma di rimanere sempre al passo coi tempi (come dimostra il suo largo uso dei social), come lui stesso ha ammesso.

 

Morandi sarà al teatro Duse per 16 concerti in occasione di “Stasera gioco in casa – Una vita di canzoni” dal 1 novembre al 22 dicembre. Info sui concerti a questo link.

 

Di Bianca Ferrari